E poi vai. Inizi una cosa e non sai neanche perché. La inizi perché a qualcuno è nata un’idea impossibile e ha chiesto proprio il tuo aiuto. La inizi perché sei stanco di stare lì ad aspettare qualcosa che sembra non arrivare mai, come l’acqua della pentola che non bolle mai se stai a guardarla.
E poi ti ricordi come è stato, il momento della scelta. Una delle scelte più grandi della mia vita, è stato fare una promessa. Una promessa strana forse, quasi assurda per qualcuno, ma noi ci abbiamo creduto, ci credevamo e ci crediamo ancora. Per cui l’abbiamo fatto. Questa promessa ci ha portati a metterci in gioco, a dubitare di noi stessi. Ci ha messi di fronte a cose, persone, luoghi, fatti e problemi che mai ci saremmo immaginati. Questa promessa ci ha dato la possibilità di capire cosa fosse importante per ognuno di noi, e come le percezioni cambiassero da occhi ad occhi.
Abbiamo imparato che non siamo nessuno senza gli altri. Abbiamo imparato che siamo importante tanto quanto chiunque altro.
Abbiamo deciso di metterci in gioco di più, sempre di più, sempre di più fino ad essere il punto di rifermento di molte promesse più giovani. Per sei giorni loro sono diventate la nostra vita, la nostra benzina ecologica, i nostri sorrisi, la nostra voglia di andare avanti anche se le difficoltà superavano le cose positive. Anche se sembrava che non ce ne fossero, di cose positive. Con i loro sorrisi, abbiamo imparato a cantare anche dopo che il diluvio universale. Abbiamo imparato che un mare di fango e i vestiti bagnati sono la giostra migliore del luna park. Abbiamo imparato ad essere genuini e sinceri, ma soprattutto a non aver paura di mostrare noi stessi.
Spesso, ci scervelliamo per cercare le cose più fighe da fare. Spesso, stiamo svegli fino a tarda notte, con gli occhi pesanti, a pensare, inventare, sparare cazzate, ridere e scherzare per cercare di trovare un modo per far vivere delle esperienze nuove e belle. Spesso, ci dimentichiamo che non serve uno stadio in acclamazione per sentirsi importanti, né l’orchestra e il tappeto rosso per rendere un momento solenne.
Spesso, ci scordiamo che, per qualcuno, l’emozione più grande è anche solo stare seduti attorno al fuoco a guardare la legna bruciare, è dormire in 8 dentro una tenda, è mangiare con le mani da una pentola o cantare stonati.
Spesso l’emozione più grande è un “mi prometti che questo AvventuRover non finirà mai?”.